There is no way to happiness, happiness is the way!

La felicità è raggiungibile anche se a volte non sembra.

Soprattutto, in alcuni momenti, pare impossibile che quel bagliore di felicità che conosciamo si fermi e decida di frequentarci in pianta stabile.

Dopotutto, è un istante, ha un carattere fugace, come facciamo a farla rimanere?

Credo che uno dei primi passi da compiere sia riconoscere che niente può rimanere fermo lì dov’è.

Da qualche parte lo sappiamo, è così. Infatti una caratteristica che riscontro in alcuni dei miei coachee è l’ostinazione a correre alla ricerca della felicità!

Ma… ma… ma dico! Se non stai fermo come fai a capire che è la felicità stessa che sta cercando di salire in groppa a te, e magari mettersi comoda!

Cosa significa stare fermi in un universo in costante mutamento? Se tutto cambia, non cambiamo anche noi?

Si, certo che cambiamo anche noi, e meno male. Io ora proprio non starei bene con tutto quel make-up gothic che trovavo tanto fantastico alla fine degli anni ’80, e se non sbaglio sempre più o meno in quella fascia storica avevo la pessima abitudine di pensare troppo, troppo, troppo! Brrr… appunto… se ci ripenso! Meno male che un giorno ho incontrato Lama Ole che mi ha fatto notare che vivere le esperienze con immediatezza è decisamente più entusiasmante che pensarle.

Ricapitolando: decidiamo che stiamo fermi con la testa. Per farlo, come prima cosa, impariamo a stare fermi con il corpo. Niente di troppo complicato, niente loto completo o altre posizioni impensabili “on day one”. Seduti con la schiena dritta senza essere rigida (va bene anche stare seduti sulla sedia. Il divano o la poltrona… li vedo già più pericolosi!) ci prepariamo.

Mettiamo le mani sulle ginocchia. Facciamo un primo respiro profondo e buttiamo fuori l’aria.

L’aria tanto poi ritorna… e noi la inspiriamo dal naso lentamente e poi la espiriamo dalla bocca. Di nuovo. Daccapo.

E a questo punto ci accorgiamo che già respirare in modo consapevole, rimanendo con l’aria che va e viene alla punta del nostro naso, è un lavoro tanto impegnativo da tenerci fermi lì.

Poi, entro poco tempo, arrivano, in ordine sparso: la lista della spesa; la voglia di un bel caffè; il sorriso di quella persona che tanto vorremmo ci dedicasse un po’ del suo tempo; la telefonata della zia…

Ma già la decisione di stare fermi lì E’ Medaglia d’Oro!!!

Adoro la Sacco, lunga vita a Zanotta! Design del 1968 ma sono sicura, sicurissima! che Gatti, Paolini e Teodoro (preziosi piemontesi!) l’hanno pensata nel 1967… anno di nascita di cose tanto preziose che migliorano la vita!

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